Società operaia di mutuo soccorso Luco dei Marsi
La Società Operaia e il Cinema Moderno
di Giuseppe Grossi
La fine dell’Ottocento e l’inizio del Novecento, in cui nasce a Luco dei Marsi la Società Operaia di Mutuo Soccorso, sono contraddistinti dalla crisi del paese visto che la principale risorsa, la pesca, era finita al termine degli anni ’70 dell’Ottocento con il prosciugamento del millenario Fucinus Lacus ad opera di Alessandro Torlonia. Ora dal paese, volgendo lo sguardo sulla piana, non erano più visibili le cristalline acque lacustri descritte da storici, artisti e poeti, ma un nuovo lago verde con le sue coltivazioni; un’enorme scacchiera regolare di variazioni di verde che costituiva un possibile Eldorado (fonte di ricchezza) per gli ex pescatori luchesi. …
Dai secolari guerrieri del mondo antico e medievali pescatori ormai i Luchesi avevano dismesso armi e remi ed erano diventati dei malcontenti braccianti al servizio del Torlonia: lo “spirto guerriero” era rimasto e sui focolari domestici ancora i vecchi raccontavano ai loro nipoti le leggende sulla dea Angizia, sui serpenti e sulla fine della città “sepolta” da un terremoto (GROSSI 1999, p, 79), Il conflitto fra Torlonia ed il Comune di Luco per il possesso delle emerse terre fucensi comprese fra la linea di alzato e di secca delle acque del Lago, non fu dei più cordiali già all’indomani del termine del prosciugamento. Il paese scoraggiato iniziò le prime forme di lotta organizzate per ottenere dal Torlonia il risarcimento per la perduta attività pescatoria.
Il 1901 vede la nascita della ” Società di Mutuo Soccorso fra gli operai ed agricoltori del Comune di Luco “, probabilmente già presente in forma ufficiosa nel decennio precedente, ma ufficialmente riconosciuta in quell’anno in base alla legge sabauda del 15 aprile del 1886. Una società legata in quegli anni al “Partito Torlonia” vista la sua nascita sotto l’egida di Don Raffaele Alfidi, monarchico e gran affittuario del Principe Torlonia, con il primo presidente Gregorio Piccirilli coadiuvato dagli esponenti della famiglia Alfidi che nel 1902 avranno la presidenza con Francesco Alfidi (CIOCCI A., ivi). Dall’esame dei nominativi dei primi soci fondatori del 1902, vediamo gli esponenti della media borghesia luchese, possidenti terrieri ed artigiani che in quegli anni emergevano sul “ceto de’ Signori” paesano e si contrapponevano alle vecchie famiglie nobiliari dei De Angelis, Ercole, Placidi e Floridi.
Le prime norme statutarie, sotto l’influenza degli Alfidi, sono chiaramente legate alla monarchia sabauda, in particolare all’articolo 32 dello Statuto del Regno d’Italia in cui veniva ribadito che i componenti del sodalizio non potevano occuparsi di politica nell’interno della SOMS. L’arrivo nel 1907 a capo del sodalizio del ricco possidente ed imprenditore edile luchese Paolo Ciocci porta una ventata di liberalismo nella SOMS con modifiche e l’eliminazione degli articoli statutari concernenti l’interdetto alla politica. Da una interessante e “ritoccata” foto del 1907, regalata dal sodalizio al nuovo presidente, si possono notare i primi componenti dell’associazione sormontati dall’ovale con il ritratto di “Sor Paolo Ciocci”. Le nuove posizioni politiche sono inizialmente allineate su posizioni filo-cattoliche espresse nella Marsica dalla figura del parlamentare Mariano Scellingo con successivi apporti socialisti vista la nomina a “socio onorario” dell’avezzanese avv. Luigi Vidimari, maggiore esponente marsicano del partito socialista, e il socialista luchese Rocco Amadoro che nel 1914 diventa sindaco del paese (COLAPIETRA 1979). L’avvento del Fascismo negli anni ’20 porta ad uno stretto legame fra la SOMS e il nuovo movimento politico italiano visto che lo stesso “Cavalier Paolo Ciocci” riveste dal 1926 al 1937 la carica di potestà del Comune di Luco dei Marsi (CIOCCI A., ivi).
Pur tuttavia, gli esordi dell’associazione sono contrassegnati da nuovi lutti e relative crisi economiche, il terremoto del 13 gennaio 1915, la prima guerra mondiale del 1915-18 e l’epidemia della “Spagnola”. L’evento tellurico distrugge parte del centro storico con la morte di 200 abitanti, 80 giovani muoiono in guerra sulle trincee del Carso, circa 200 persone periscono nell’epidemia fra gennaio e ottobre del 1918. Le ricostruzioni post-terremoto portano alla ribalta la ditta edile dei Ciocci (Paolo e Franco) con sostanziali lavori ad Avezzano (Palazzo Vescovile, Cattedrale, ecc.) e nello stesso Luco dove nel 1922 viene realizzata la sede del sodalizio, per diretto interesse di Paolo Ciocci, che viene pienamente utilizzata fino al 1940; nel 1941 verrà data in affitto a Pietro Mari che la utilizzerà come sala cinematografica del Cinema Moderno del paese. Negli anni ’20 del secolo il paese è interessato dalle ricostruzioni dal terremoto con edificazione dei muraglioni di sostruzione della nuova Piazza Umberto I, realizzati dal costruttore luchese Franco Ciocci nel 1922 a sue spese, e coronati dal Monumento ai Caduti. Lo stesso anno vede l’intervento di Paolo Ciocci con la edificazione della sede sociale, mentre parteciperà, come ditta, all’ottimo restauro della chiesa di S. Maria, ad opera dell’architetto Paolo Gavini, rovinata in parte nel terremoto del 1915.
Una pagina importante della società luchese fra gli anni quaranta e sessanta del Novecento fu rappresentata dalla presenza nei locali della Società Operaia di Mutuo Soccorso di una sala cinematografica stabile. Già in precedenza, anni ’20 e ’30 dello stesso secolo, i locali erano stati dati in affitto per manifestazioni cinematografiche al Cinema Margherita di Avezzano, come risulta dai documenti societari, ma l’arrivo nella Marsica del romano Pietro Mari nel 1940 portò alla costante utilizzazione della sala come cinema. Pietro Mari, in arte “Sor Pietro” (nato nel 1908 a Roma, presso la Piramide di Caio Cestio, e morto a Luco nel 1998), durante gli ultimi anni della seconda guerra mondiale era attore di avanspettacolo, comparsa cinematografica e gestore di un cinema viaggiante con autorizzazione per le proiezioni nel Lazio, Abruzzo e parte della Campania. Il suo arrivo nella Marsica è nell’anno 1940 con l’apertura provvisoria di una sala cinematografica a Trasacco (vicino la Torre medievale); nel 1941, sotto la presidenza della SOMS luchese di Luigi Alviani (eletto nel 1937) e per intervento di Mimmino Benvenuti, Olinto Bove e Faiella Giuseppe, gli fu concesso di utilizzare la sala societaria come “Cinema Moderno”. Aiutato dalla moglie Fausta Sdubolini, in arte “La Signora del Cinema”, e grazie ai suoi contatti col mondo romano di Cinecittà, riuscì in quei difficili anni della guerra a dare ai Luchesi dignitosi spettacoli cinematografici, mentre la sala da proiezione costituiva, insieme alle “feste danzanti”, l’unico svago e ritrovo della comunità luchese come ben descritto, per l’ambiente siciliano, dal regista Giuseppe Tornatore nel bellissimo e recente (premiato con Oscar) film Nuovo Cinema Paradiso.
Sono anni in cui la società locale fatica a trovare il senso della modernità e dello sviluppo economico che si avrà nei successivi anni ’60 con la ricostruzione e modernizzazione postbellica. Il Cinema Moderno, una delle poche sale cinematografiche regolarmente operanti in quel periodo nella Marsica insieme al Cinema Margherita di Avezzano, svolge quindi una importante funzione di aggregazione sociale; la stessa sala ospita manifestazioni occasionali, come comizi politici, recite teatrali, balli popolari e, naturalmente, viene utilizzata dalla Società Operaia per le sue esigenze. La famiglia Mari, genitori con due figli, pianterà le tende nel paese e Pietro e Fausta diventeranno delle figure importanti nell’ambiente sociale luchese. Si ricordano: le continue scenette teatrali che Sor Pietro doveva improvvisare per calmare gli spettatori durante la mancanza di corrente o quando la pellicola si spezzava e non era facilmente riparabile; i pagamenti in natura che “La Signora del Cinema” accettava per l’ingresso dei ragazzi (uova, fascine di legno, carbone, ecc.); i continui rimproveri e proteste degli spettatori per le continue rappezzature delle ormai consumate pellicole in bianco e nero; le lamentazioni per il taglio delle scene di alcuni film d’amore (scene allora considerate “spinte”) che avrebbero potuto offendere l’allora “morale pubblica” e quindi sottoposte ad apposita censura; il venditore napoletano di noccioline, caramelle e semi di carrube (“sciuscelle”) Cosimo, con la sua attrezzata bicicletta a carretto con legato un cagnolino volpino (detto “Palumbiello”); la “lupinara” Francesca con il suo carretto tirato a mano che, insieme con Cosimo, stazionava fuori dal Cinema. Sor Pietro da Luco negli anni 40 e 50 del Novecento, con l’utilizzo della carrozza da tiro animale del trasportatore locale Mosca Alfredo, in arte “Sindachitte”, portava le pellicole romane in tutta la Marsica svolgendo una funzione importante nella diffusione della cultura cinematografica nell’area.
Era possessore di due pellicole, una dedicata all’attore americano di western muto, Tom Mix e l’altra ad Atlantide, che proiettava continuamente a chi ne faceva richiesta. Il suo costante andirivieni fra Luco e Roma per l’affitto delle pellicole (spesso riforniva anche il Cinema Margherita di Avezzano), gli permise di fare, a vantaggio del luchesi, del mercato nero sul sale che contraccambiava in natura con il locale zucchero da barbabietola. Questa è una parte di storia del paese e il Cinema Moderno di Pietro Mari nella sede sociale della SOMS luchese, meritava di essere portato alla luce della storia locale per meglio comprendere l’importanza che queste sale cinematografiche ebbero nella diffusione della cultura cinematografica e della relativa socializzazione culturale fra la seconda guerra mondiale e il primo dopoguerra quando l’ingresso del televisore nelle case degli Italiani ne segnò lentamente la fine.
Oggi la nostra Società Operaia non è quindi solo un’associazione storica, vale a dire una società piena di ricordi, ma si configura nel sistema associativo moderno. Essa è un sodalizio che affonda le sue radici nel passato, quando le classi più povere (operai, artigiani, braccianti agricoli) sentirono il bisogno e la necessità di riunirsi e di creare occasioni di solidarietà reciproca, ma è anche una società che cerca di armonizzare le sue radici con le esigenze del mondo di oggi.
Oggi l’associazione è attenta ai tanti bisogni della società, bisogni che vanno anche oltre i confini del nostro paese. Partecipa con contributo annuale all’AIRC, alla Lega de Filo d’Oro, a beneficenze e a forme di solidarietà e fratellanza. Significative sono le conferenze che vengono organizzate in occasione del Premio Studentesco con interventi di docenti ed esperti che portano all’attenzione del paese argomenti e tematiche di rilevanza nazionale ed internazionale.
Società Operaia Mutuo Soccorso di Luco dei Marsi 1901- 2001” a cura di: Prof. Argante Ciocci, Prof. Giuseppe Graossi, Dott. Giovanni Proia